Pietragalla, prova a slegare “Quei lacci sul cuore”
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La genesi del romanzo e del film, due rami della stessa pianta
Quei lacci sul cuore. Un progetto, un’anima: Pietragalla al centro dell’universo
creativo che ha generato il romanzo e il film. Una storia che viaggia nel tempo
abbracciando più generi letterari e cinematografici. Si va, infatti, dalla fiction, al
fantasy e al docufilm. Una narrazione sobria e fluente che si lascia leggere e seguire.
In entrambi i registri narrativi la tensione emotiva tiene incollati i lettori e gli
spettatori. Romanzo e film sono come due rami della stessa pianta. Antonello
Lombari, l’autore del romanzo descrive la sua Pietragalla del presente come un paese
estremamente attrattivo, votato al turismo paesaggistico, storico e ai riferimenti
enogastronomici. Del passato recupera la memoria di una comunità che sa far leva su
se stessa per rialzarsi da una tragedia come la seconda guerra mondiale. Il calcio,
grazie a Nino De Bonis, eclettico pioniere della “Polisportiva Michelino De Bonis”,
farà da collante e da elemento aggregante dell’intera comunità.
Un testo che, nato come sceneggiatura di un lungometraggio non era riuscito ad
incontrare i favori dei produttori cinematografici, ai quali era stato sottoposto. Poi, la
decisione di andare avanti, comunque, e di accompagnare la narrazione con un
booktrailer. Antonello Lombari e Giovanni Lancellotti si rimboccano le maniche e si
mettono al lavoro su due fronti. Viene individuato un cast di appassionati di cinema e
di teatro. Si tratta di attori amatoriali di compagnie di Pietragalla, di Oppido e
indipendenti. S’inizia in maniera volontaria. Tutti i partecipanti del cast accettano
questa sfida singolare. Si lavora così, in maniera volontaria. S’inizia dopo le festività
natalizie e si giunge a giugno. Sei mesi di attività intensa e gratificante. I primi
riscontri sono positivi, tanto che si decide di andare avanti e di sviluppare un lavoro
ancora più corposo. Da booktrailer si passa ad un cortometraggio che, ulteriormente
dilatato, diventa un mediometraggio. Ai diretti interessati, invece, piace dare dignità
al lavoro svolto definendolo semplicemente film. Le scene girate e i personaggi
interpretati dagli attori entusiasmano e regalano emozioni molto forti. L’occhio della
camera rende per immagini la bellezza degli scorci e dei suggestivi paesaggi
pietragallesi. Un connubio perfetto tra testo scritto e rappresentazione filmata. Una
base narrativa semplice che comprende una chiave interpretativa moderna. Il film
vive di sussulti che alzano la curva dell’attenzione e propongono soluzioni
inaspettate. C’è la magia dei carcioni (rioni) di Pietragalla, dei luoghi simbolo del
paese, sfiorati da un idillio che nasce e vive tra le viuzze del centro storico, coglie
l’abbraccio caloroso del tiglio secolare alla Mancosa, sino ad esplodere,
letteralmente, tra lo sfavillio dei fuochi pirotecnici ai Palmenti. Gianni Beltrami, il
giornalista romano, protagonista della vicenda, si lascia conquistare dall’essenza di
una vita vera, vissuta pienamente a Pietragalla. Un periodo di due settimane che gli
cambia la vita e il modo di vedere il calcio. Il colpo di scena finale racconta e
consegna una prospettiva di vita nuova per chi ama il paese.
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