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Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria – Cancellara

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Si presume potesse risalire addirittura ad epoca Longobarda (VI secolo D.C.) in quanto posta proprio a ridosso dell’insediamento longobardo. Tuttavia la tesi più probabile è che la costruzione possa risalire al XIII secolo. Ubicata nella parte bassa del borgo antico, venne dedicata inizialmente a Santa Caterina d’Alessandria, successivamente venne denominata S. Antonio (seconda metà del XVIII secolo).

In essa sono custodite preziose testimonianze della storia civile e religiosa del paese. L’impianto originario della prima chiesa matrice di Cancellata comprendeva, quasi certamente, parte del cortile situato ad ovest: tale ipotesi è avvalorata dalla tessitura muraria e da speroni di muratura presenti sul fronte occidentale dell’edificio monumentale, caratterizzato dalla presenza del campanile a vela. Attualmente la pianta è a base quadrata e l’aula unica è ripartita in due vani mediante un arco di passaggio a sesto acuto, recentemente restaurato. La struttura di copertura, a doppio spiovente, è costituita da capriate lignee. Un’epigrafe latina risalente al II secolo d.C., posta sul fronte orientale dell’edificio, reca incisa la dedica: “D(IS) M(ANIBUS)/P(?) CA(IO) LVPER CO CONSIA(?) SILVINA (M)ARITO/ P(OSVIT)” “agli Dei Mani. Silvina al marito P(Ublio) Gaio Luperco Consia(?) pose” [SETTEMBRINO G.-COLELLA A.). Alla chiesa si accede attraverso un portale ad arco a sesto acuto, ubicato sul lato destro del fronte nord, il vano in corrispondenza della soglia d’ingresso è coperto da un arco lapideo a tutto sesto profilato da semplici modanature, il cui archivolto è sorretto da semicolonne con base quadrata e capitelli ornati da volute e motivi vegetali. Sull’arco sono affrescati i simboli degli evangelisti ed un volto di Cristo con nimbo cruciferato. (vedi fig. sotto)
In un piccolo spazio laterale vi è l’affresco raffigurante S. Leonardo di Nobiliacum (o di Limoges), il liberatore dei prigionieri e degli schiavi, il cui culto fu introdotto in Sicilia dai Normanni. Nella calotta absidale, sulle pareti dell’arco trionfale e della navata, si conservano numerosi brani di affresco eseguiti nel secolo XVI da Giovanni Todisco da Abriola e Giovanni Luca da Eboli. Osservando l’arco ogivale dall’interno del vano più piccolo, si possono vedere, sulla sinistra, i frammenti di un affresco che ritrae una nobile figura femminile in gravidanza, con un vestito dalla foggia rinascimentale (dalla Vita Sancti Leonardi).
In alto si ritrovano frammenti di un affresco raffigurante un sacerdote ed una donna, quest’ultima insidiata alle spalle da un demone. (vedi fig. sotto)

Tuttavia è sulla parete ovest che si concentrano le evidenze storico-artistiche più antiche: dall’ingresso originario alla lastra tombale con epigrafe del nobiluomo Pietro de Fossa da Cancellara, signore anche di Pietragalla dalla seconda metà del XIII secolo, alla cui munificenza si deve, probabilmente, la costruzione dell’edificio. (vedi fig. sotto)
Al centro della parete orientale, nel registro superiore di un’ampia nicchia delimitata da con capitelli dorici e da un arco a tutto sesto, è possibile ammirare l’affresco raffigurante paraste con capitelli dorici e da un arco a tutto sesto, è possibile ammirare l’affresco raffigurante Cristo in Maestà fra due angeli in volo, con la Madonna e S. Giovanni Evangelista; nel registro inferiore è l’immagine di S. Caterina e, in piccoli riquadri, episodi della sua vita: l’incontro con l’Imperatore Massenzio, il miracolo della “ruota” ed il martirio. Sul lato destro della stessa parete sono affrescate la Pietà e la Trinità, mentre il lato sinistro è contraddistinto dalla raffigurazione della Madonna delle Grazie e di S. Antonio di Padova (frammenti). (vedi fig. sotto)

Sulla parete nord della chiesa vi è l’affresco raffigurante S. Giorgio, colto nell’atto di salvare la principessa, figlia del re di Silene in Libia, trafiggendo il drago. simbolo del paganesimo. (vedi fig. sotto)


Alcuni affreschi presentano evidenti tracce di martellamenti dovute alla realizzazione di un nuovo intonaco nel XVIII secolo, quando si provvide alla ricostruzione delle pareti crollate a seguito del terremoto del 1694.

Materiale fotografico di Giuseppe Cillis