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CENNI STORICI DI CANCELLARA

I reperti archeologici costituiti da corredi tomali rinvenuti in località Serra del Carpine farebero risalire le origini del paese tra il X e il VI secolo A.C. Importante feudo nel corso dei secoli, il cui castello costruito presumibilmente intorno al 1300 per opera degli Acquaviva d'Aragona è appartenuto a diversi signori come i Carafa, i Caracciolo, i Pappacoda e i Melazzi.

  • Frammenti di storia cancellarese 1799-1872

Nella storia politica della Basilicata, il comune di Cancellara ricopre un ruolo abbastanza importante negli anni che vanno dal 1799 al 1870. Infatti dopo la proclamazione della Repubblica Napoletana, il movimento giacobino, repubblicano e democratico si diffuse in paesi come Vaglio, Oppido Lucano, Potenza, Picerno, Pietrapertosa, Calvello, Tito, Muro Lucano, Avigliano (il centro più attivo), Tolve, Albano e per l’appunto Cancellara, dove la “macchina rivoluzionaria” entrò in funzione il 25 Gennaio 1799 quando Salvatore e Gaetano Basile, i fratelli di una famiglia della borghesia cancellarese, arrivarono da Napoli.  In questo periodo la situazione di Cancellara non era molto diversa da quella di tanti altri comuni della Basilicata, oppressi dal persistere dei soprusi feudali e quelli per l’occupazione delle terre, e inoltre perseguitati da amministratori prepotenti e opportunisti. I fratelli Basile, accolti da numerosi concittadini al loro ritorno, si erano fermati durante il viaggio a Potenza (dove avevano contatti con altri Giacobini) e a Pietragalla dove progettavano con il ricco Gennaro Settanni la piantagione dell’Albero della Libertà.
Nel giorno della festa di San Biagio (3 Febbraio) fu convocata dai Basile un’assemblea pubblica con la quale fu approvata la nuova costituzione del Municipio repubblicano. Presidente e segretario furono nominati proprio i due fratelli. L’ex capo eletto, Giuseppe Polosa, tentò invano di abbattere l’Albero della Libertà anche per l’opposizione della cittadinanza. Il 7 Febbraio venne ucciso Don Nicola Ianniello, fedele di Polosa, il quale fu a sua volta ferito e trovò rifugio nella casa del notaio Coppola. La folla inferocita presidiò l’abitazione e stanca di vigilare per evitare la fuga di Polosa, incendiò le entrate e catturò Polosa, trascinandolo per strada fino a fargli trovare la morte. Per queste azioni furono rinviate a giudizio 120 persone, tra cui 44 donne. A Cancellara la repubblica durò alcuni mesi e si inserì perfettamente nel contesto degli avvenimenti che contraddistinsero gran parte della Basilicata. Dopo questi avvenimenti, però, Cancellara registrò un altro episodio di violenza, quando il 16 Marzo del 1799 vennero uccisi Carmine Caputo, la moglie Carmina Biscione e Giovanna Biscione, moglie di un certo Giovanni Caputo.

Alla fine dello stesso mese, inopltre, si ebbe anche l’occupazione delle terre feudali. Le più importanti repubbliche lucane decidono di unirsi nel Patto di Concordia per degli scopi comuni come l’aiuto ai paesi repubblicani, la diffusione delle idee e l’impedimento nei confronti del Capitano dei Borboni Curci, detto Sciarpa, di ricongiungersi con il Cardinale Ruffo. Ma il sogno repubblicano si infrange contro le truppe Sanfediste che attuano una dura repressione e riconquistano man mano i comuni lucani. Ma a Cancellara gli episodi di violenza non cessarono. Il 23 Maggio 1805 venne ucciso Paolo Bosco, un contadino del posto, definito buon cristiano e avverso solo al sacerdote Polosa. L’omicidio venne attribuito al sacerdote dal carattere libertino secondo i cancellaresi chiamati a testimoniare, dai quali si evinse anche che il prete ebbe una relazione con la moglie dell’assassinato. Nonostante si proclamasse innocente il prete sparì da Cancellara il 25 Maggio e non vi fece più ritorno. Nel Giugno del 1806 mentre pascolava Clemente Caputo sfuggì ad un attentato di due pietragallesi, che attentarono nello stesso giorno anche alla vita di Giuseppe Frisi. L’ondata di violenza proseguì ancora. Nel 1809 viene trovato morto Raffaele Smaldone, guardiano della Difesa del Barone; venne trovato senza vita anche il corpo di una giovane fanciulla di Cancellara, Rosa Balsamo.
Cominciarono, inoltre, ad essere frequenti anche dei furti ad opera di truppe di  briganti che tendevano imboscate ai commercianti che si spostavano da un paese all’altro (uno dei tanti a farne le spese fu Francesco Biscione, al quale furono rubati 80 ducati). Di modesta rilevanza storica fu l’episodio del furto di alcuni animali appartenenti al sacerdote Don Gregorio Ianniello, anch’esso attribuibile ai briganti. Nel decennio 1816-1826 vi furono altri episodi relativi a furti, con casi più o meno gravi. Alcuni nomi degli autori di quest atti criminali sono ricorrenti come Leonardo Scarmiola, Giuseppe De Filippis, Saverio Caputo “Saveriullo”. Sembra poi avere importanza il ruolo di Luigi Polosa, che compare in un solo avvenimento, ma era designato da molti come il capo della banda cancellarese. Il 1848 fu un anno cruciale per la storia di tutta l’Europa e dell’Italia. Anche in Basilicata si verificarono fatti di stampo politico e Cancellara fu uno dei teatri di questi movimenti. E’ da attribuire alla propaganda di Salvatore Basile (Capitano della Guardia Nazionale), di Don Canio Pietragalla e di Carlo Claps, la scintilla che fece scoppiare la protesta di alcuni giovani contro la Leva Militare e solo grazie all’intervento della Guardia di Sicurezza pubblica fu ripristinato l’ordine fra il popolo, che aveva seguito i giovani. Il periodo antecedente all’unificazione dell’italia videconfusione e incertezza politica. Cancellara era sostanzialmente divisa in due fazioni: la filo-borbonica capeggiata dalla famiglia dei Centomani, e quella liberale di cui i De Martino erano i maggiori esponenti. Erano ormai prossime le votazioni e iniziò a circolare la voce di una sommossa, che avrebbe dovuto impedire le elezioni e punire quei liberali che avevano appoggiato Garibaldi e il Piemonte. La famiglia Centomani predicò la risalita al trono dei Borboni per spargere odio fra la gente contro i liberali. Il giorno delle elezioni, il 21 Ottobre 1860, un gruppo di ragazzi con a capo Paolo Padula dimostrò inneggiando a Francesco II; il corteo si fece sempre più numeroso e molti dei partecipanti erano armati. La Guardia Nazionale avvertì il pericolo e si predispose alla difesa, rispondendo al fuoco con il fuoco. Le fucilate dileguarono i “ribelli”. Tutto ciò rileva che la popolazione era scontenta per le delusioni sopportate, per le ardue condizioni di vita, e questo malcontento sfociava nel brigantaggio o in azioni di protesta violente. Nel 1863 vi fu un altro episodio di brigantaggio quando la Guardia Nazionale, Gabriele Biscione, fu sequestrato e liberato solo dopo il pagamento del riscatto. Altri episodi simili si verificarono in questi anni e il protagonista fu il famoso brigante aviglianese Giuseppe Nicola Summa, meglio conosciuto come Ninco-Nanco. Il più clamoroso fu il sequestro dei fratelli Canio e Andrea Iannielli che furono rlasciati per l’ingente somma di 350 ducati più la consegna di due muli. La situazione era talmente confusa che, tra voci popolari e qualche atteggiamento sospetto, fu aperta un’inchiesta su due frati sospettati di essere dei cospiratori: Padre Rocco da Cancellara e Padre Bonaventura da Ferrandina, i quali, come venne accertato non erano proprio dei santi. Solo dal 1872 in poi il brigantaggio può considerarsi debellato in quanto i criminali erano quasi tutti stati uccisi o scontavano le loro pene nelle prigioni potentine. Tuttavia qualche sporadico aneddoto continuerà a sussistere, come il tentativo di estorsione ai danni dei fratelli di Biscione. Questa era, sinteticamente, la realtà di Cancellara in un secolo di lotte, crimini e tentativi leciti e meno leciti per raggiungere una qualità di vita migliore abbattendo i muri delle oppressioni dei potenti feudatari presenti in tutto il Mezzogiorno.

Tratto dal libro del prof.Saracino "Frammenti di storia cancellarese"

  • Stemma

    • Stemma realizzato con una configurazione a forma di cancello cioè da ferri intrecciati tra loro.
  • Etimologia

    • Lorigine del nome Cancellara deriverebe dal latino "Cancellatus” (campo per prigionieri). Altra ipotesi farebbe risalire Cancellara da “Canculi” ossia le trappole usate dai cacciatori per animali selvatici.